Welcome back, dear Candi! How I missed you… I did patiently wait for you return but I do confess it was beginning to feel like a monologue. Well …merry belated Christmas and a happy Boxing day to you and everyone else who reads this blog. For my Christmas lunch yesterday I made a nice roast crown of turkey (my vegetarianism took a bit of a knock) but also a nut roast (recipe to follow). Of course I also made lots of lovely vegetables to accompany them. One of them was the spiced red cabbage you see here, which is traditional to make at this time of the year. My sister in law Stefania asked for the recipe so I thought I might as well blog it. There are many similar recipes around. I used one from Riverford, the organic farms website. I am not a lover of cabbage, I have got to be honest, but I have got to say this way of making it is rather nice. The good thing about it is that you can make it in advance and eat it cold as well as hot. It keeps really well. The only problem is I slightly overestimated the amount we would need. I could probably have fed a battalion with the quantities I made! By the way another nice variation on the theme this year in the vegetables department was with the brussel sprouts. Instead of the ones with chestnuts I usually make I cooked them with caramelised onions and blue cheese. Yummy! Definitely a success! Continue reading ‘Spiced red cabbage’
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Ecco, questo sì che è un piatto pieno di ricordi di Russia. Primo tra tutti, il treno. Lo scompartimento a quattro, il vagone con il bollitore d’acqua in fondo e la provodnica, una sorta di capovagone, una zia-mamma che si occupa di tutto, regina e massima autorità del microcosmo che ti cullerà per parecchie ore: è lei che ritira i documenti, porta le lenzuola, prepara il tè ecc. Così tu ti metti in ciabatte e in tuta e ti lasci cadere in uno stato di beata, minorile irresponsabilità (non hai neanche più il passaporto). Qualunque cosa si faccia o non faccia, sei giustificato: stai viaggiando, non c’è bisogno di altro. Il primo atto dovuto, se non è l’una di notte, è tirar fuori le provviste. Non importa se il convoglio non è ancora uscito dalla stazione moscovita. Tutti tirano fuori e offrono qualcosa. Certo ognuno si sbizzarisce (noto che il pollo arrosto è tra i piatti più gettonati). Ma è indubbio che i pirožki ben confezionati in caserecci sacchetti di plastica fanno la parte da leone. Misura della tua popolarità o dell’affetto dei tuoi amici. Se hai i pirožki nella sportina vuol dire che non sei solo. Qualcuno ti ama. Continue reading ‘I pirožki. Nostalgia di Russia’
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