I don’t know about you but sometimes I get stuck when I have to produce starters or canapés. Heaven knows why as there is all sorts of things one can do! Still the imagination sometimes lets me down. And that’s where these little babies can come in handy! Blinis are small pancakes made with buckwheat flour. They are traditionally made in Eastern countries. Candi must know about these as they are popular in Russia. They have become widely known here in the UK too ( I am not sure about Italy) and are sold even in supermarkets. However, it is much more satisfying to produce your own, don’t you think? I had never tried to make them before but I tell you now: I shall do them again. They are really very straightforward and can be made in advance and garnished at a later stage making them ideal as finger food at buffets and parties. Obviously you could top them with lots of other things. Caviar would be very nice, I reckon, if a bit expensive! For this recipe you could use crème fraiche as an alternative to cream cheese. There are many recipes out there to make blinis. I simply used the one written on the packet of the buckwheat flour I bought, which tasted perfectly nice. So here I am sharing it with you. Continue reading ‘Blinis with cream cheese and smoked salmon’
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Anche nella frenetica Mosca si mangia. Un vortice di profumi e colori invadono non sempre a proposito le vie caotiche. Qui tutti sanno cos’è la rucolla e per tutti il karpaccio è un piatto e non un pittore come si pensava un tempo. Eppure, tra un sushi, un šaurma, un plov o un mangal, tornano di moda i buoni vecchi piatti di una volta. Le zuppe antiche, i dolcetti semplici. Come questo. I syrniki, crocchettine di tvorog, una specie di ricotta, da mangiare con un dolce varenie (marmellata dalla consistenza molto morbida) di una delle mille bacche che rallegrano questa ormai finita, breve estate del Nord. E la smetana, naturalmente
Continue reading ‘Dalla Russia con amore. I syrniki di Ženja’
Ecco, questo sì che è un piatto pieno di ricordi di Russia. Primo tra tutti, il treno. Lo scompartimento a quattro, il vagone con il bollitore d’acqua in fondo e la provodnica, una sorta di capovagone, una zia-mamma che si occupa di tutto, regina e massima autorità del microcosmo che ti cullerà per parecchie ore: è lei che ritira i documenti, porta le lenzuola, prepara il tè ecc. Così tu ti metti in ciabatte e in tuta e ti lasci cadere in uno stato di beata, minorile irresponsabilità (non hai neanche più il passaporto). Qualunque cosa si faccia o non faccia, sei giustificato: stai viaggiando, non c’è bisogno di altro. Il primo atto dovuto, se non è l’una di notte, è tirar fuori le provviste. Non importa se il convoglio non è ancora uscito dalla stazione moscovita. Tutti tirano fuori e offrono qualcosa. Certo ognuno si sbizzarisce (noto che il pollo arrosto è tra i piatti più gettonati). Ma è indubbio che i pirožki ben confezionati in caserecci sacchetti di plastica fanno la parte da leone. Misura della tua popolarità o dell’affetto dei tuoi amici. Se hai i pirožki nella sportina vuol dire che non sei solo. Qualcuno ti ama. Continue reading ‘I pirožki. Nostalgia di Russia’
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